Castello Svevo di Barletta

Il Castello Svevo di Barletta è il risultato architettonico di varie stratificazioni dovute al susseguirsi di diverse dinastie al potere, succedutesi dall’XI secolo al XVIII secolo. Un tempo fortezza a scopo difensivo, cinta dal mare che occupava il fossato tutt’intorno al castello e lo isolava da potenziali attacchi nemici, costituisce un punto strategico nella vita cittadina nonché un importante cardine urbanistico. È sede della Biblioteca comunale, del Museo civico e di una sala convegni e mostre

Tra le opere conservate, oltre un presunto busto di Federico II di Svevia in pietra calcarea, risalente al XIII Secolo, è qui posto il Sarcofago degli Apostoli, altorilievo in pietra prima testimonianza del Cristianesimo a Barletta, risalente al periodo compreso tra il III e il IV secolo. Il castello è sito nella piazza omonima all’interno del quartiere Santa Maria, a nord-est della città. Risulta essere un punto strategico nella vita cittadina, nonché un forte cardine urbanistico: il tessuto urbano di Barletta si è infatti sviluppato a partire dalla doppia polarità ecclesiastica e militare data dalla vicinanza della cattedrale di Santa Maria Maggiore e dal castello.

Le dimensioni dei lati esterni del castello, misurate alla base della cornice dei bastioni angolari, risultano variabili, con il fronte est, il più lungo di tutti, di circa 127 metri, il fronte ovest, più corto di tre metri, e quelli sud e nord, entrambi lunghi circa 120 metri. La diagonale tra le punte dei bastioni misura circa 125 metri, al cui interno vi sono due ordini di casematte sovrapposte di diametro pari a 16 metri. L’altezza del prospetto ovest, quello più alto vista la presenza del corpo di fabbrica del laboratorio degli artificieri, corrisponde a circa 24 metri mentre il fronte nord, il più basso, ha un’altezza massima di 19 metri. I muri del castello presentano uno spessore variabile dai 5 ai 12 metri e sono costruiti in pietra calcarea tagliata in blocchi squadrati ed appena bugnati, gran parte dei quali furono ricavati dagli edifici distrutti durante il sacco del 1528.

È circondato dai giardini, intitolati ai fratelli Cervi, su tutti i lati tranne che sul fronte nord, e da essi è separato mediante l’ampio e profondo fossato, che nel punto più basso raggiunge i dieci metri di profondità rispetto al piano di calpestio del ponte d’accesso al castello. L’edificio possiede un impianto polare di forma quadrangolare, con i caratteristici bastioni pentagonali lanceolati nei quattro spigoli e i quattro bracci dell’edificio che li uniscono tra loro. Nel mezzo vi è il cortile quadrato.